02 ottobre, 2008

Fenomeno Ultras

Liquidato da media e sociologi come semplice teppismo, il tifo è questione di mentalità. Inneggiando a quella ultrà il tifoso scrive: "Mentalità è andare allo sbaraglio, partecipare all'azione in due contro dieci e non in dieci contro uno". Ventisei pagine in cui tra le speranze c'è quella che "le ultime due giornate di campionato conducano ad uno stato di guerriglia permanente". Una guerra combattuta con armi spartane: molotov, sassi, bombe carta, martelli e coltelli, come quelli sequestrati nella prima giornata di campionato Roma-Napoli.La ritualità dei coltelli è alla base del codice ultras del Napoli. La coltellata, lontana dall'essere un tentativo di uccidere, è un modo per dimostrare il coraggio e un segno di appartenenza. Viene inferta alla gamba, al fondoschiena, come un rito di iniziazione per entrare nel gruppo. "Alla fine della partita si fa a gara a chi ne ha date di più" spiega un tifoso. È una dimostrazione di destrezza e coraggio.In Italia i gruppi ultras sono tanti. Ad oggi ne sono stati censiti 469, 58 di estrema destra, 24 di estrema sinistra. L'ideologia politica c'è ma resta comunque ai margini. Secondo le stime ci sarebbero 130 mila tifosi pronti a mettere a ferro e fuoco i dintorni degli stadi per andare a caccia di agenti e tifosi avversari. 130 mila tifosi di tutte le squadre ma con un tratto comune: la mentalità.

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